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Post by Raimondo Luciani on May 21, 2005 8:47:02 GMT 1
Da ottobre mi sono dedicato particolarmente all'ambiente musicale e credo sia bello discutere di questa meravigliosa esperienza. Far foto ai concerti è bello, ma "starci dentro" è un altra cosa. Io non vado a far foto per conto di una rivista o di un agenzia, di solito il mio contatto sono i musicisti stessi, con i quali si instaura il più delle volte un bellissimo rapporto di stima, rispetto e amicizia. Dal cantautore emergente a Brian May, il mio rapporto è soprattutto "umano". In questi mesi ho scoperto musicisti e musica nuova, e di questo vorrei parlare per avere uno scambio con tutti voi.
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Post by Raimondo Luciani on May 21, 2005 11:53:16 GMT 1
Tre concerti assolutamente da non perdere:
Ferruccio Spinetti e Petra Magoni
Patrizia Laquidara
Chiaroscuro
Bravissimi! Simpaticissimi!
Alla fine del concerto non vedrete l'ora di poterli ascoltare di nuovo!
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Post by Raimondo Luciani on May 26, 2005 10:17:31 GMT 1
Un altro concerto da non perdere:
Il parto delle nuvole pesanti
Simpaticissimi!
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Post by do on Nov 4, 2005 15:10:33 GMT 1
(Da una chiaccherata in uno studio radiofonico di RDS) - Festa rappresenta una decisa sterzata rispetto al passato. Tempi dispari, suoni più ricercati, melodie meno scontate e più malinconiche. Insomma, hai approcciato il lavoro con uno stato d'animo differente. Sbaglio? - Sì, che c'è di male? Il cambiamento non è stata una scelta prevista ma il processo naturale di crescita che coinvolge ogni persona. Non scelgo mai a priori cosa scrivere, la musica viene su da sola. Festa è un album più maturo perchè io sono più maturo. Crescere, d'altronde, non vuol dire solo avere più capelli bianchi e rughe sul volto ma soprattutto significa provare nuove esperienze, vedere le cose sotto un'altra prospettiva. E' un processo naturale, appunto.
- E poi sai che monotonia fare sempre gli stessi brani... - Infatti. Tutti noi sentiamo ad un certo punto la necessità di cambiare, di evolverci. Volevo fare un album più riflessivo e malinconico perchè così mi sento ora. Sono felicissimo del risultato. Alla base della soddisfazione di un artista c'è la consapevolezza di poter suonare ciò che più gli piace. Quando salgo su un palco voglio presentare alla gente la musica che piace prima di tutti a me. Solo in questo modo riesco a convincere i miei ascoltatori.
- In questo cd, più che nei precedenti, viene fuori il tuo amore per il jazz e per il blues. Il tutto condito da sonorità elettroniche in pieno stile Fatboy Slim. Sei d'accordo? - Assolutamente sì. Anche nei cd precedenti si possono percepire chiaramente le mie influenze musicali. Se le persone riuscissero ad ascoltare It.Pop e La Vasca con maggior attenzione, potrebbero ritrovare alcuni giri molto interessanti e affatto "commerciali". Il problema è che moltissima gente si ferma alla copertina del cd o al ritornello orecchiabile e non va oltre. Poi, però, compra (o scarica) le tabulature da internet e si accorge che i giri della chitarra non sono così semplici da rifare. Il tempo va, passano le ore ha un significato alle spalle. Non è solo un brano buttato lì a caso. It.Pop e La Vasca non sono album leggeri, scanzonati. E' tutta apparenza. Per far capire meglio questo concetto, ti faccio un esempio semplice e calzante: hai presente una cipolla? Ecco, io parto dal cuore della cipolla per comporre i pezzi e poi, piano piano, ci costruisco intorno le sfoglie fino ad arrivare all'ultimo livello. Molta gente, invece, guarda la cipolla in superficie, senza sfogliarla. Come puoi giudicare senza aver veramente vissuto fino in fondo le emozioni di un brano?
- Festa, il tuo ultimo singolo, è un brano malinconico, soprattutto nei testi. Come mai hai scelto un termine che invece richiama l'allegria? - Festa non è un termine positivo ma è semplicemente un termine. Punto. Assume un'accezione positiva solo se ci stai dentro, altrimenti per te è del tutto indifferente. Una festa è divertente se ne fai parte ma se la vedi o la ascolti da lontano non ti fa nè caldo nè freddo. Viviamo in tempi nei quali molta gente ti spaccia il termine festa per un qualcosa di bello, di entusiasmante, un qualcosa da raggiungere ad ogni costo. In realtà non è così. Il fittizio mondo della fiction televisiva e di tutti quei programmi superficiali di oggi deve essere considerato come tale. Serve l'intelligenza per capire che, quando spegni la tv, la realtà che hai davanti è diversa da quella che ti rifilano sul piccolo schermo. Per assurdo ci sono persone che vedono Matrix in tv e credono che la storia sia reale. Di questi tempi i confini fra fantasia e realtà si fanno sempre più labili. Per questo dico che la gente dovrebbe stare in guardia e tenere sempre ben acceso il cervello. La nostra televisione è piena zeppa di film americani, di filmati nei quali vedi soldati yankee che vengono a liberarci, eroi a stelle e strisce dappertutto. Ci danno le sigarette, i chewingum, i film a noleggio e credi che loro sono i buoni, i nostri salvatori. Invece non ci stanno liberando ma colonizzando. E molti di noi non se ne rendono conto. Non viviamo in un paese perfetto anche se molti ce lo vorrebbero far credere. La canzone è un'invito ad accendere il cervello, a sfruttare il nostro quoziente intellettivo, a non farci fregare.
- Quanto ci hai messo a scrivere quest'album? - Non mi piace calcolare il tempo che ci metto a fare le cose. Una mia canzone può nascere in un'ora, in una notte o in 10 anni. A volte l'ispirazione arriva subito, totale. Altre volte, invece, mi viene solo un riff o un ritornello. Io scrivo moltissimo, butto giù parole, pensieri, poesie e una valanga di musica. E' come una patologia che non ho alcuna voglia di curare. Poi, a forza di scrivere, mi accorgo di aver terminato un diario intero e allora passo ad assemblarle e a realizzare le canzoni. Il riff di Polvere di marmo lo scrissi 10 anni fa mentre Festa l'ho partorita in una notte, alle 5 di mattina, in un hotel di Milano, dopo un mio concerto. Avevo il ritornello che mi ronzava nel cervello. Non riuscivo a togliermelo dalla mente e così mi sono alzato e mi sono messo a registrarlo. Una mia peculiarità è quella di comporre molto in albergo. Mi sento particolarmente ispirato mentre sono in viaggio.
- Sicuramente molta gente il tuo cd anzichè comprarlo, deciderà di scaricarlo da internet gratuitamente. Tu da che parte stai nella guerra ormai senza confini fra le major e coloro che difendono i software P2P e la libera fruizione della musica sul web? - Ti dico la verità. Io scarico moltissima musica. Lo faccio perchè grazie a questo mezzo si possono conoscere un'infinità di artisti che prima erano sicuramente più difficili da raggiungere e ascoltare. Detto ciò, se a me piace un album che scarico, poi mi sento quasi in dovere di andarlo a comprare per almeno due ragioni: la prima è che la qualità di un cd originale non può essere riprodotta e ti dà quindi la possibilità di godere appieno del prodotto, la seconda è che con l'acquisto aiuto lo stesso artista a continuare nella sua professione. Capisco le major, per loro non è affatto un periodo felice. Tutt'altro. Scaricare un brano in mp3 è un po' come ascoltarlo per radio. Sono tutti e due delle vetrine importanti e giuste che ti permettono si sentire ma non di ascoltare e di vivere davvero una canzone.
- Dimmi qualcosa su Lungomare, il musical che stai preparando assieme a Maurizio Costanzo... - E' la storia di alcuni ragazzi di periferia che vivono ad Ostia. E' un racconto semplice, diretto, drammatico ma con pezzi di grande comicità. E' uno spaccato di quartiere, una storia di strada che insegna come, per capire realmente la vita nei vicoli di periferia, si debba conoscere prima di tutto le leggi che la regolano. Sono leggi non scritte, apprese nella quotidianità che devono essere rispettate senza possibilità di deroga. Ogni ghetto, del resto, ha le sue regole. Il soggetto lo ha scritto Maurizio, la storia è sua anche se io gli ho dato una mano in alcuni passaggi. Un giorno mi ha chiamato e mi ha chiesto di dargli una mano con questa storia. Ha scelto me perchè sapeva che in passato avevo già lavorato per il teatro. L'abbiamo subito trasformata in un musical. Il brano d'apertura "Lungomare" è quello che mi è venuto in mente per primo e da lì ho composto tutte le altre canzoni. La cosa bella di questo musical è la sua spontaneità. E' un lavoro genuino che viene dal cuore ed è stato scritto di getto, quasi senza pensare.
- Ci avete lavorato parecchio? - Questa estate io e Maurizio abbiamo preso una casa in Toscana. Ci siamo chiusi dentro a doppia mandata e abbiamo trascorso due settimane di lavoro e divertimento. Io con il mio portatile da lavoro ho tirato giù tutti i brani, lui, munito di carta e penna, ha completato i dialoghi e la storia. E' stato un lavoro basato sulla spontaneità, mi sono basato solo sul mio istinto musicale e sul mio orecchio. Niente tabulature o fogli musicali. Solo emozioni.
- Avete deciso il giorno della prima? - Sì. Il 6 dicembre al Teatro Parioli di Roma.
- Allora in bocca al lupo... - Grazie. Crepi, ovviamente.
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Post by do on Nov 5, 2005 22:54:29 GMT 1
Roberto Vecchioni: cantante, professore e scrittore. Percorsi paralleli o strade che si sono incrociate?
Ma, guarda, sono percorsi paralleli in realtà… Perché sono tre modi di comunicare. Direi che,ogni tanto, hanno dei punti in comune. Hanno dei punti in comune là dove comunicano emozione in modo più genuino e più forte. L'emozione è una strana bestia, è qualche cosa che non è spiegabile (è quasi irrazionale) e arriva in un certo momento e ti fa sentire simile a mille, diecimila altri uomini. Questo lo puoi fare con la musica, lo puoi fare col segno (con la pittura), lo puoi fare con i discorsi, col comunicare, lo puoi fare anche in una lezione. Quando invece, devi spiegare razionalmente le varie discipline che cosa dicono, è chiaro che non hanno punti in contatto… Perché una cosa è insegnare una materia, una cosa è fare un romanzo, una cosa è fare una canzone.
Oggi chi è Roberto Vecchioni?
Oggi mi sento molto narratore, devo dire. Narratore di porti da trovare, di rive su cui scendere, di posti in cui star bene, di posti in cui trovare equilibrio nella mia vita… dopo aver superato parecchie tempeste e tormenti. La scrittura sia musicale che, poetica come forte esigenza comunicativa.
Come nascono le sue canzoni, le sue poesie?
Ma, io credo che siano due origini molto diverse. Formalmente, una poesia ed una canzone son diversissime. Una canzone è una testimonianza di fatti comuni, anche molto più popolari, in un certo senso e… Fa i conti con la musica. Quindi è accompagnata, deve avere anche altre strutture, oltre a quella della parola sola. La poesia, invece è, oggi almeno nel nostro novecento, un assoluto paragonare sé stessi… Cioè l'Io alle infinite mutazioni dell'esistenza e dello spirito. Magari poi qualcuno si riconosce in quello ma, di solito, è un Io che parla da solo, un'altra forma Nei suoi testi oltre ai temi d'amore, ha sempre avuto un occhio di riguardo sui temi dell'attualità. Una volta con la “Gallina Maddalena” cantava ironicamente la fine della Prima Repubblica, oggi con “Marika” (canzone che racconta la storia di una Brigatista) è stato accusato di militanza politica. Satira, musica ed il tema dell'attualità.
Ma qual è, nella musica, la funzione della satira?
La satira è importantissima in poesia. Io credo che, l'attualità dal punto di vista serio, la si debba svolgere in saggistica e non in canzone. La canzone non pone tutti i termini dell'attualità, non ti da tutto. In canzone devi mettere solo una cosa: un'impressione… Buttarla lì e far pensare, far riflettere gli altri. Ma non esaurisce tutto un tema, tutto un argomento… Non esaurisce né nel caso di Che Guevara né di Marika né della Gallina Maddalena. Quindi, tutte queste cose, vanno rimandate ad altro. Però è importantissima la canzone satirica perché, prende per la collottola il potere là dove è più debole e più insicuro.
Il suo ultimo album “Rotary Club of Malindy” è il frutto di un progetto di un viaggio effettuato in Kenya. Da dove nasce l'idea di questo viaggio?
Ma, io volevo andare in un posto dove non ci fosse nessuno, sinceramente… Era meglio andare in un'isola deserta (sorride). No, no, in Kenya meglio perché c'è un'altra cultura, un'altra civiltà… Qualcosa che non avevo mai visto… Mi ero stancato abissalmente dell'occidente delle “paturnie” dell'occidente, delle sciocchezze che viviamo, delle cose che crediamo importanti e sono di nessun conto . Andando là, ho scoperto che le cose di vero conto, quelle che hanno valore, sono poche e altre, quelle che abbiamo perduto qui. Quindi le ho re-imparate e me le sono portate dietro.
All'inizio del suo spettacolo c'è anche un richiamo a Pessoa, la letteratura Portoghese. Ma qual è il legame tra il Kenya, Pessoa e la tradizione Portoghese?
Il legame è l'uomo di per sé… Perché la letteratura Portoghese in Pessoa è uno sguardo totale su tutte le angosce e le assurdità del novecento. Pessoa in questo è il più grande poeta del novecento e dell'uomo. Naturalmente, può lasciarti anche stupito, o a bocca aperta, o meravigliato, o anche con la bocca amara… quindi va filtrato e centellinato Pessoa perché, forse, è uno dei poeti più pessimisti che esistano.
Che libri legge Roberto Vecchioni?
Bè, sarebbe più facile dire: “cosa non leggo”… Leggo dalle cose più indegne, dai libri comici, ridicoli…leggo libri gialli e leggo soprattutto saggistica, classici tantissimi, pochi romanzi e, generalmente, tutto quello che concerne le filosofie e le scienze umane.
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Post by do on Nov 5, 2005 22:57:46 GMT 1
Più che la conferenza-stampa di un grande musicista sembrava l'incontro con un capo di stato. C'era da aspettarselo perchè parliamo di Roger Waters, arrivato all'Auditorium di Roma per presentare la sua prima opera sinfonica "Ca Ira", pubblicata in doppio Cd il 23 settembre dalla Sony Classical, che andrà in scena in anteprima mondiale a novembre, il 17 e la replica il 18, eseguita dall' Orchestra Roma Sinfonietta, diretta da Rick Wentworth con la soprano cinese Ying Huang nella parte della Regina Maria Antonietta. Il leggendario rocker inglese, look casual, giacca scura e jeans, arriva alle quindici, si siede al tavolo attorniato da microfoni, telecamere e macchine fotografiche. Chiede subito domande per presentare il progetto, le curiosità di certo non mancano soprattutto sapere perchè "Ca Ira" ha richiesto quindici anni di realizzazione. Tutto parte dal bicentenario della Rivoluzione francese nel 1989 e la creazione di un libretto scritto da Etienne-Roda Gil, autore di canzoni per Juliette Greco e Johnny Hallyday, illustrato dalla moglie Nadine, entrambi poi scomparsi negli anni successivi. Il lavoro è stato molto lungo, Waters realizza un demo, Wentworth ne scrive l'orchestrazione e nel 97 inizia a stendere la versione inglese ("Ho catturato molto dello spirito del lavoro originale di Etienne, è più che un semplice racconto sulla Rivoluzione francese, è una descrizione della lotta umana impegnata nella lotta per il cambiamento.") E' proprio il tema della lotta per la giustizia e il cambiamento sociale che lo ha più ha colpito. Ricorda la sua estrazione socialista legata alla madre attivista che lo portava a vedere i film russi, il papà era caduto nello sbarco di Anzio alle porte di Roma, e spiega la partecipazione al Live 8 ("C'è ormai un'estrema disparità di ricchezza nel mondo, alcuni punti sono stati affrontati da altri miei colleghi come Bono, tanto di cappello a loro anche se qualcuno li ha criticati ingiustamente.") Tira un frecciata ai governanti ("I politici amano la pubblicita' a buon mercato e non si fanno certo sfuggire l'occasione di una foto con una rock star. Tony Blair e' tra questi. Resta il fatto che pochi giorni fa e' stata cancellata una parte del debito.") e il suo noto sarcasmo non risparmia i critici ("Creare e' un lavoro durissimo, anche scrivere una canzone. Dovrebbe capirlo quel critico americano che ha scritto che avrei composto "Ca Ira" un giorno in cui ero incerto se comprarmi una macchina sportiva o scrivere un'opera. Si e' dimenticato che la macchina sportiva ce l'ho gia.") Le ultime parole dell'opera parlano di un cambiamento interiore perchè " La vera rivoluzione è dentro di noi, tutti abbiamo un lato oscuro (dark side, appunto..)ma dobbiamo spingerci verso la luce, cercare la verità." A proposito di rapporti più o meno pacifici gli chiedono come sono quelli con Gilmour, se ci sarà una vera reunion, la risposta è sincera: "Io e Dave per circa vent'anni abbiamo avuto idee diametralmente opposte, ora mi rendo conto che il mio e' stato un atteggiamento infantile. Tornare a suonare insieme per Live 8, riunire di nuovo la band per qualche giorno e suonare i vecchi pezzi e' stata una grande emozione." concludendo con un laconico "maybe..,"
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Post by do on Nov 5, 2005 22:59:31 GMT 1
Straordinario concerto in cui J.F. chitarrista creativo ed imprevedibile, vola tra la fusion dei ’70 e la techno, passando da Curtis Mayfield ai Beatles.
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Post by Raimondo Luciani on Nov 6, 2005 21:12:46 GMT 1
Non mi dire che ci sei stata al concerto di Jeff Beck!!!
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Post by do on Nov 6, 2005 22:11:40 GMT 1
Hallo Ray! Essere a N.Y. al B.B.King Blues Club il 10 e l’11 settembre 2003 sarebbe stato assolutamente fantastico! Purtroppo, il mio post era solo un tributo appassionato a Jeff Beck dopo aver ascoltato l’Official Bootleg registrato durante le due serate live. (Sono stata quasi tentata a dirti una bugia........ ;D) Un bacio, Do Live at BB King Blues Club Bootleg CD Only Available Online At JeffBeckBootlegs.com
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Post by do on Nov 7, 2005 1:04:40 GMT 1
Dal 21 ottobre é nei negozi "Sotto i Cieli di Rino", un'edizione speciale con 3 CD e 50 canzoni per celebrare Rino Gaetano: l'intera produzione da "I Love you, Marianna" (il primo singolo inciso con lo pseudonimo di Kammamuri's) ai brani del Q Concert con Riccardo Cocciante e New Perigeo registrati nel 1981 poche settimane prima della sua scomparsa.
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Post by do on Nov 9, 2005 20:27:02 GMT 1
Un album davvero sorprendente. Gahan aveva detto che le sonorità avrebbero ricordato un po' Violator e un po' Songs of Faith & Devotion. Ma sono molto più vicini alle colonne sonore di John Carpenter (magnifiche) soprattutto in alcuni passi electro-blues. Precious si differenzia dalle sonorità delle altre tracks. E' presente anche una costante punta di "acidità", momenti in cui il connubio suono-melodia diventa volutamente disturbante e forte. I canoni di Exciter sono stati superati (o forse "intorbiditi", solo The dead of night e I am you hanno qualcosa di similare a questi nuovi brani). Damaged People (con la voce di Martin) mette in scena l’indiscussa maestria del trio di trasmettere un’emozione con poche note e sequenza ritmica essenziale. La traccia strumentale è una delle più convincenti tra quelle scritte negli anni dai DM. Le mie preferite: The sinner in me, I want it all (un po' stile Paper Monsters), The darkest star (nella parte finale è superlativa) e Damaged people. UN APPLAUSO!
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Post by do on Nov 9, 2005 20:37:15 GMT 1
La Emi pubblica il doppio CD “Alice Studio Collection” e ristampa il best seller “Franco Battiato Studio Collection”: un’occasione per riscoprire gli anni ’80 e i primi ’90 di due grandi artisti che si sono incrociati in alcuni album. Franco Battiato è, a mio parere, una delle punte di diamante della musica italiana e Alice è stata l’artista che, insieme a Giuni Russo, ha interpretato al meglio la sua produzione. Il suo talento da interprete Alice lo dimostra anche quando si misura con Juri Camisasca in brani come “Nomadi”, “Il sole nella pioggia” e “Visioni”, e con Eugenio Finardi (“Laura degli specchi” e “Le ragazze di Osaka”). L’antologia offre l’occasione anche di riapprezzare canzoni dei primi anni ’90 come “La recessione” (da una poesia di Pier Paolo Pasolini), “In viaggio sul tuo viso” e la cover di “The Fool On The Hill” dei Beatles.
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Post by Raimondo Luciani on Nov 9, 2005 21:16:25 GMT 1
Fai venir voglia di correr fuori a comprar cd...
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Post by do on Nov 11, 2005 23:45:38 GMT 1
ti sei ricordato di acquistare "Ma quando dici amore"?! Spero di sì! ...... Perché la SLA si può combattere anche cantando..... Un bacio, Do
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Post by do on Nov 11, 2005 23:52:05 GMT 1
Lo scorso 14 luglio sul palco del Brooklyn Academy of Music's Harvey Theatre, Alicia ha dato vita ad un concerto di rara intensità durante il quale tutti i brani più celebri del suo repertorio (da Karma a Woman's Worth) sono stati riarrangiati in una veste completamente rinnovata. Lo show é diventato un cd e un dvd. Bellissima la versione di White Horses dei Rolling Stones in duetto con Adam Levine dei Maroon 5.
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